Raffaele Bonizzato

Guardando i miei anni a ritroso mi accorgo che la passione per la Montagna ha guidato il mio essere uomo, il mio impegno sul lavoro, la mia vita. Da ragazzo quando andavo in Montagna con gli amici il nostro sogno era di prenderla in custodia e di proteggerla. Camminavamo per ore cercando di scoprire e riconoscere i segni, le tracce della fauna e della storia che la natura conservava ed a volte nascondeva. E poi il bello delle persone che si incontravano. La Montagna, la fatica, l’essenzialità, seleziona le persone che la frequentano. 

Ho scoperto poi, con il passare del tempo, che la mia è una passione che va oltre, mi piace, mi gratifica, mi coinvolge ogni esperienza in ambiente. Camminare mi fa stare bene. Sento di immergermi in una dimensione diversa. Percorrendo un sentiero riesco ad immaginare come poteva essere l’ambiente intorno centinaia di anni prima, come poteva essere la natura, la vegetazione, l’uomo che viveva in quei luoghi. Essere curiosi consente anche di aumentare la probabilità di scoprire qualcosa di nuovo, una traccia antica, un manufatto abbandonato, un particolare panorama. Essere una “Guida” significa, per come la interpreto io, far vivere le stesse emozioni anche ad altre persone.